Il principio di sussidiarietà è uno dei più importanti fattori di distinzione tra schieramenti politici e attitudini dei governi, in relazione alle modalità di soddisfazione dei bisogni del cittadino. Esistono due tipi di sussidiarietà di cui si parla in politica e non solo, verticale e orizzontale.
La prima riguarda la capacità del livello amministrativo più prossimo al cittadino di rispondere a un suo bisogno, invece che fare riferimento a un’istituzione più lontana. In pratica, i sostenitori del principio di sussidiarietà verticale ritengono che a doversi occupare principalmente di erogare buona parte dei servizi dovrebbero essere gli enti locali di livello più inferiore possibile, come il Comune e, a salire, la Provincia, la Regione e lo Stato centrale. Oggi, anche le Istituzioni a livello europeo rappresentano un’ulteriore livello amministrativo.
Alla base di questo ragionamento vi è la constatazione che l’ente più vicino, anche fisicamente, al cittadino dovrebbe essere più capace e più veloce a rispondere a un suo bisogno. Per esempio, se c’è bisogna ristrutturare l’edificio di una scuola, è meglio che se ne occupi il Comune, visto che il sindaco potrebbe giornalmente recarsi sul luogo a sorvegliare la realizzazione dei lavori e ha già consapevolezza di cosa effettivamente serva all’edificio. Se ad occuparsene fosse, invece, lo Stato centrale, i tempi si allungherebbero e l’intervento potrebbe persino risultare non del tutto conforme alle necessità riscontrate dalla comunità.
Chiaramente, per fare in modo che il principio di sussidiarietà possa essere realizzato, è necessario che ogni ente abbia competenze ristrette agli ambiti per i quali le proprie dimensioni risultano essere adeguate. A un Comune non potrebbe essere devoluta la costruzione e la gestione della rete ferroviaria, perché questa operazione sarebbe eccessiva rispetto alle sue competenze territoriali.
Il principio di sussidiarietà orizzontale, invece, parte da una premessa differente, e coinvolge la visione che si ha del rapporto tra Stato e società. I suoi sostenitori ritengono che l’amministrazione statale, a ogni suo livello, debba intervenire per fornire servizi e rispondere a un bisogno del cittadino solo quando il settore privato non è in grado di farlo o non riesce a farlo in maniera inadeguata o insufficiente. Qui, si tratta di delimitare il raggio di azione della sfera pubblica, circoscrivendola a quei compiti insostituibili. Pertanto, non vi è dubbio che a dovere costruire una strada debba essere lo Stato, nelle sue varie articolazioni organizzative, mentre così è sarebbe per altri servizi, come quello scolastico, che formalmente potrebbero anche essere erogati solo da soggetti privati, sebbene senza una reale concorrenza rischino di essere usufruiti da una minoranza della popolazione. Per quanto il principio di sussidiarietà orizzontale e quello verticale siano distinti, sul piano politico e concettuale si riscontra spesso che i sostenitori dell’uno siano anche sostenitori dell’altro.