In questa guida spieghiamo in cosa consiste il saldo e stralcio e mettiamo a disposizione un fac simile da scaricare.
Specie in periodi di crisi, i creditori faticano a ottenere l’integrale rimborso del prestito erogato al debitore, come sanno benissimo di questi tempi le banche italiane, oberate da centinaia di miliardi di crediti a rischio, in gergo, l’ampia categoria dei crediti deteriorati o anche Non performing loan in inglese. In questi casi il recupero dei prestiti si allunga e spesso senza nemmeno consentire al creditore di ottenere al 100% quanto gli spetterebbe di diritto. Per questo, potrebbe risultare conveniente a chi deve riscuotere un credito dubbio proporre un’offerta di saldo e stralcio, espressione che qualifica un’operazione per la quale un creditore avanza la proposta di ottenere dal debitore il rimborso di una parte inferiore del debito residuo, a patto che questa venga restituita con certezza ed entro certi tempi.
Per esempio, se Tizio ha prestato a Caio 100.000 euro e questi non restituito 20.000 euro, oltre agli interessi pattuiti, il debito residuo ammonta a 80.000 euro di solo capitale. Se le probabilità che Caio non restituisca tale somma sono relativamente elevate, Tizio potrebbe giungere a proporgli un’offerta, restituiscimi 60.000 euro, invece che 80.000, però entro un determinato numero di mesi e senza incertezze. Nel caso Caio accetti, egli sarà obbligato a restituire non più la somma originariamente dovuta, ma quella successivamente rinegoziata.
Questo discorso viene portato avanti anche dalle banche, sebbene queste tendano a confrontare il debito residuo con il valore delle garanzie reali o personali prestate dal debitore. Se il primo risulta in linea o inferiore al secondo, l’istituto può decidere di fare valere tali garanzie, richiedendo la somma residua al fideiussore o chiedendo al giudice di escutere il bene immobile su cui era stata iscritta un’ipoteca. In assenza di garanzie, oppure in presenza di garanzie insufficienti, la banca potrebbe avanzare una proposta di saldo e stralcio, facendo chiarezza e pulizia nei suoi bilanci. Per chi presta denaro in maniera professionale, infatti, diventa di regola preferibile inserire a bilancio una perdita certa piuttosto che continuare a registrare crediti a rischio, dal valore reale incerto. Una volta che il cliente ha accettato l’offerta, la banca deve procedere a svalutare il credito per il minore valore dovuto rispetto a quello originale.
Formalmente non esiste una misura del taglio del debito per una proposta di saldo e stralcio. L’unica certezza è che il nuovo importo pattuito deve risultare necessariamente inferiore al primo, per fare in modo che diventi allettante per il debitore, il quale altrimenti non ha alcuna convenienza ad accettare. Tuttavia, la convinzione per cui la somma dovrebbe essere rinegoziata per non oltre la metà della cifra originaria è errata. La rinegoziazione può essere di qualsiasi percentuale, per ipotesi anche dell’1%.
Quanto alla forma con cui la proposta dovrà essere sottoscritta, è preferibile la forma scritta, perché ciò tutela il debitore dalle pretese del creditore. In assenza di una prova scritta, infatti, questo potrebbe richiedere la somma iniziale. Va detto anche, poi, che la proposta del creditore va sempre letta e analizzata bene. Si consiglia a questo proposito di farla visionare da un legale, perché potrebbero comparire in essa clausole del tipo la seguente, Il presente accordo non costituisce novazione del credito e, pertanto, in caso di mancato pagamento dell’importo ridotto, il creditore potrà pretendere l’originaria somma. Questo significa che il contratto di credito non viene modificato formalmente nell’oggetto, ragione per cui se il debitore non desse seguito alla sua adesione alla rinegoziazione della somma dovuta, potrebbe venire chiamato dal creditore a corrispondere il prezzo inizialmente pattuito. Ecco, quindi, che bisogna accertarsi sempre che la proposta di saldo e stralcio si configuri formalmente come novazione oggettiva del contratto originario, nel quale caso il creditore non potrà più pretendere la restituzione della somma inizialmente dovuta, ma solo quella successivamente concordata e decurtata.
Anche le banche, dicevamo, sono solite ricorrere a questo tipo di offerta, ma a patto che il credito sia andato in sofferenza, ovvero che il debitore sia segnalato alla Centrale Rischi Finanziari, Crif. Inoltre, diventa più probabile che ciò accada, se il credito viene ceduto dall’istituto a una società di recupero crediti con un contratto di cessione del credito. Questo, perché la società di recupero crediti rileva crediti a rischio per percentuali anche molto basse, fino al 2% dell’importo nominale, e ha di conseguenza tutta la convenienza a chiudere la pratica nel minore tempo possibile. Per esempio, la banca Credito XY ha prestato al cliente Tizio 50.000 euro, ma questi ha rimborsato solo 15.000 euro di capitale, dovendo ancora restituire 35.000 più gli interessi. Credito XY cede il prestito dubbio alla società Recuperando Spa al 30% del suo valore, ovvero incassando 10.500 euro. La nuova titolare del credito potrebbe proporre a Tizio un’offerta di saldo e stralcio anche di poco superiore alla somma sborsata, aumentata chiaramente delle spese amministrative e di un minimo di profitto, ambendo a chiudere la pratica nel più breve tempo possibile e a tutto vantaggio dello stesso debitore, che così potrà saldare il tutto con meno di quanto avrebbe dovuto, anche se restando segnalato al Crif come protestato.